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Gli psicologi semplicemente ti ascoltano e ti fanno sfogare ma perché pagare se posso sfogarmi con un amico?

Gli psicologi semplicemente ti ascoltano e ti fanno sfogare ma perché pagare se posso sfogarmi con un amico?

Dottoressa Veronica Falceri, Psicologa – Psicoterapeuta

Siamo sicuri che il compito dello psicologo sia proprio questo? È solo questo l’obiettivo della terapia?

Ma chi è lo psicologo?

Lo psicologo è un professionista della salute mentale formato per sostenere i propri pazienti nel migliorare la propria condizione di vita. Ha una formazione piuttosto lunga, 5 anni di studi universitari, moltissime ore di tirocinio, un esame di stato e per chi vuole ampliare le proprie competenze, 4 o 5 anni (in base al modello scelto) di scuola di psicoterapia con le rispettive ore di tirocinio annuali.

Perché è utile affidarsi a un terapeuta?

Il lavoro psicologico è un lavoro di relazione: il focus del professionista è il paziente con il quale si crea una relazione caratterizzata da empatia, fiducia e non giudizio. A differenza del rapporto amicale non ci sono sentimenti personali in gioco, c’è imparzialità, oltre al rispetto della privacy e al segreto professionale, ovvero un obbligo normativo di non rivelazione o pubblicizzazione di informazioni, a meno che non ci sia il consenso dell’assistito o ci sia necessità per la tutela psicologica dello stesso.

Inoltre lo psicologo mette al centro il paziente, non parla di se stesso, cosa che in amicizia è difficile riscontrare, essendoci ascolto reciproco e supporto vicendevole.

In ultimo, ma non meno importante, lo psicologo evita di sostituirsi al paziente, non dà consigli o suggerimenti sul modo di risolvere i propri problemi.

A cosa serve un percorso di consulenza psicologica?

affidarsi a un terapeuta

Attraverso lo strumento del colloquio clinico, con domande specifiche e mirate, lo psicologo aiuta l’altro a comprendere come i propri pensieri e le proprie emozioni contribuiscono a generare e mantenere le situazioni problematiche. Tramite l’ascolto quindi, il professionista, individua i fattori che causano e mantengono il disagio, cerca di incrementare le risorse personali e l’apprendimento di nuove strategie per fronteggiare il disagio.  Lo stesso ha inoltre maturato delle competenze che gli permettono di gestire determinati contenuti, traumatici e dolorosi, che spesso portano nel paziente un senso di disorientamento e smarrimento.

È molto importante e coraggioso riuscire a chiedere aiuto, atto quest’ultimo rivolto verso il proprio cambiamento, che quindi implica una messa in gioco ed un investimento di risorse emotive e di pensiero, che spesso terrorizzano. Ma per poter star meglio, è necessario capire cosa non lo permette, toccare quindi il dolore Quindi si paga solo la possibilità di sfogarsi?